Museo di San Domenico Collezioni d’Arte della città e Museo Giuseppe Scarabelli
Museo di San Domenico
La costruzione del complesso, sede dell’ordine domenicano, risale al Duecento e ha risentito nei secoli di diverse ristrutturazioni e purtroppo anche di devastazioni.
Il restauro e la sua trasformazione in museo ha permesso di recuperare la spazialità originaria del convento e di individuare le antiche destinazioni d’uso come il capitolo, i dormitori, la cucina, i granai, le celle, offrendo ai visitatori un percorso alla scoperta del monumento e della sua storia attraverso emergenze artistiche e architettoniche.
La possibilità di accedere al pulpito della chiesa restituisce all’intero complesso la sua primitiva unità e regala una visione dall’alto inconsueta dell’interno della chiesa di San Domenico che ospita all’altar maggiore un capolavoro di Ludovico Carracci.
Le “Collezioni d’arte della città” è un percorso dal Trecento a oggi che espone oltre 600 pezzi tra dipinti, sculture, arredi sacri, ceramiche, disegni, monete, medaglie e installazioni, provenienti dalle collezioni civiche.
I materiali sono suddivisi in sette grandi temi che costituiscono i capitoli di una storia per immagini che ha come protagonista Imola. Opere ed oggetti diversi per origine, qualità, rarità raccontano insieme e fanno risaltare luoghi, artisti, avvenimenti, produzioni tipiche, gusti e stili di vita della città e del suo territorio.
La visita offre una nuova lettura delle raccolte storico-artistiche e un osservatorio sulla produzione artistica contemporanea della città.
Museo Giuseppe Scarabelli
Il “Museo Giuseppe Scarabelli” porta il nome dello scienziato che lo fondò nel 1857 quando donò alla città il “Gabinetto di Storia Naturale” perché divenisse un luogo attivo di studio e ricerca scientifica.
Il trasferimento nel Museo di San Domenico ha permesso di realizzare un nuovo allestimento rispettoso dell’eredità di Scarabelli e aggiornato su modalità espositive e comunicative contemporanee. La sua storia è raccontata nella prima parte del percorso, attraverso le donazioni che lo arricchirono durante la sua lunga vita. In questa sezione sono esposti anche oggetti etnografici provenienti dall’Africa e dal Sud America e una mummia egizia.
La seconda parte mostra nelle vetrine originali gli oltre 25000 reperti che formarono il museo ottocentesco suddivisi nelle sezioni di Geologia, Archeologia e Scienze naturali.
Una guida multimediale on line consultabile nei tablet installati nel percorso di visita o con i propri smartphone permette di approfondire i contenuti scientifici di questo museo.