Cripta della chiesa di San Lorenzo di Varignana

La carta più antica che parla di Varignana è datata 17 novembre 999 ed è una concessione  rogata in castro qui vocatur Variniana, plebe Sancte Marie pago Celeri, territorio Bononiensis. Dall’inizio del secondo millennio e per diversi secoli, Varignana ebbe un ruolo di notevole importanza per la sua posizione strategica quale luogo di passaggio per i fedeli diretti a Roma.
La sua chiesa di San Lorenzo, probabilmente antecedente la costruzione del castrum di Varignana era stata distrutta dalla guerra, di essa si è salvata la cripta, che lo scrittore settecentesco Calindri  descriveva come una chiesa sotterranea, luogo di culto molto antico, forse perfino antecedente l’epoca romanica.

Questa cripta a tre navate, posta al di sotto della chiesa e definita “cripta ad oratorio” per le particolari caratteristiche strutturali, si colloca nell’esperienza architettonica preromanica del IX e X secolo.

All’interno è conservato un affresco risalente al XV secolo. Prima degli eventi bellici si accedeva alla cripta da due rampe di scale che si diramavano dalla navata centrale della chiesa, oggi invece da un lato solo mentre rimane traccia dell’antico ingresso corrispondente alla nicchia dove è esposta la statua della Madonna con Bambino, probabile copia dell’originale di Jacopo Della Quercia.

Nella cappella laterale, che si ritiene essere la parte più antica per la presenza di macigni in selenite, è notevole il soffitto a volte  con l’orditura dei mattoni che compongono una croce greca. Di notevole interesse sono anche le decorazioni scultoree e i capitelli delle colonne che la dividono nelle tre navate. La cripta è stata interamente restaurata nel 1999.

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